Waldweg - “Pastoral Whisper” (Pro CDR in 7"-like package)
Dopo averli ospitati con l’omonimo demo
di debutto, un lavoro convincente che comunque ricalcava abbastanza
fedelmente i dettami di un certo tipo di Black Metal dalle venature
funeree e dall’ascendenza Doom, mai mi sarei immaginato che i Waldweg
potessero mutare la propria pelle in modo così netto. Certo, in
quell’esordio vi erano alcune tracce che mostravano come i perugini
fossero a loro agio anche con partiture acustiche, ma pensare che di lì a
poco avrebbero sfornato un nuovo demo, che per durata potrebbe
tranquillamente essere considerato un full length, interamente dedito a
quelle sonorità non era niente affatto prevedibile, tanto che sono stati
loro stessi i primi a stupirsene, se è vero com’è vero che questa
trasformazione è avvenuta quasi per caso ed in modo del tutto naturale
quando, in sala prove, si sono accorti che i riff Black erano molto meno
soddisfacenti degli stacchi acustici. Il
fatto che il cambiamento sia stato genuino e non frutto di una decisione
ponderata è sintomo di una sincerità di fondo apprezzabile che però da
sola non basta per certificare la bontà o meno dei pezzi, perciò mi
preme subito sottolineare come i nostri abbiano saputo confrontarsi con
successo una scelta che, per certi aspetti, avrebbe potuto essere molto
azzardata. Il rischio in questi casi è infatti quello di scadere in un
banale Neofolk assolutamente non in grado di regalare emozioni se non la
noia ed una sfilza di accordi da sagra del paese. I Waldweg invece ci hanno messo del loro e, se si esclude un passaggio a vuoto con “Grotesque Ballad”, un pezzo decisamente fuori posto rispetto al resto, hanno dato vita con questo “Pastoral Whisper” ad un disco che scorre via in modo molto piacevole, trasportandoci tra le pieghe di un lavoro “dedicato all’Umbria, con tutte le sue bellezze naturali e le sue tradizioni del passato”.
Quello che ne vien fuori sono undici brani, più una hidden track,
intrisi di un’aura crepuscolare, arcana e quasi malinconica,
riconducibile neanche troppo velatamente a quanto fatto dagli Ulver in “Kveldssanger” e allo spirito delle composizioni degli Empyrium, con anche sprazzi che arrivano a lambire il Burzum
della fase carceraria. Certo, niente di particolarmente nuovo, ma il
tutto è fatto in una maniera così sincera ed emotiva che è davvero
difficile non farsi coinvolgere, complice in questo anche l’aspetto
visivo offerto dallo splendido artwork che riprende alcune opere di
Theodor Kittelsen. Insomma, nell’attesa di capire con i prossimi lavori
se si tratta solamente di una parentesi momentanea o di un vero e
proprio cambio d’orizzonti, non posso che promuovere questa nuova uscita
dei Waldweg, un gruppo che ancora una volta ha dimostrato di avere dalla sua una buona vena creativa.
Oggi ci addentriamo nell'underground estremo
italiano, "luogo" nel quale, spesso, vengono raccontate storie
affascinanti, molto più affascinanti di quelle mainstream.
Questo è il caso degli umbri Waldweg
i quali, dopo il demo di esordio del 2013, tornano sul "mercato" con un
nuovo lavoro auto prodotto che il quartetto rilascia i formato 45 giri!
"Pastoral Whisper" ha, quindi, un package inconsueto e, di conseguenza, ammaliante.
Poi, guardate l'artwork: siamo al cospetto di Theodor Kittelsen a colori... avete presente i leggendari album del primo Burzum?
Ancora: premete il tasto play e, se conoscevate il primo demo, verrete completamente spiazzati.
Dov'è il Black Metal?
Completamente sparito.
I Waldweg,
per motivi che non conosco, tirano fuori un album completamente
strumentale nel quale le chitarre acustiche duettano con flauti, archi e
tastiere con l'intento, unico, di esprimere amore per i boschi e per la
natura in genere.
Vi viene in mente qualcosa?
"Kveldssanger"
degli Ulver è il più immediato paragone che si può fare per questo demo:
certo, mancano i cori evocativi e le voci, ma il sapore è più o meno lo
stesso. Aggiungeteci anche un pizzico di Empyrium e avrete uno spaccato
del folk che ci offrono i Waldweg.
Una musica dolce, intimista, fortemente pagana e di certo desueta.
Oserei dire coraggiosa e di buonissima qualità.
Tutti
i brani, brevi, hanno quel gusto rilassante e caldo che solo musica di
questo genere può trasmettere e sono un ottimo viatico per conoscere il
lato più "tranquillo" di un gruppo interessante e da supportare perchè
fiero di appartenere ad una sfera, quella di nicchia come la loro, in
cui si possono raccontare, come ricordavo all'inizio, storie e leggende
dalla straordinaria forza emozionante.
In un mondo immaginario sarebbe bello mettersi di fronte ad un falò, in un bosco, ad ascoltare "Pastoral Whisper" ed il sussurro della natura...
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